lunedì 31 ottobre 2016

La pubalgia: sintomi, diagnosi e fisioterapia.


L’osso pubico e i muscoli della zona pubica sono soggetti a sforzi o movimenti bruschi, che possono causarne infiammazione e dolore, la pubalgia. Di solito, il dolore si manifesta aumentando gradualmente la sua intensità e impedendo i movimenti e la deambulazione.

Il dolore può colpire una sola metà della zona pubica, o può presentarsi bilateralmente.

domenica 30 ottobre 2016

Il gomito: anatomia, biomeccanica e patologie.



Il gomito è un complesso articolare di cui fanno parte tre distinte articolazioni, ovvero l’articolazione omero-radiale, l’articolazione omero-ulnare e l’articolazione radio-ulnare. Le parti ossee coinvolte sono l’estremità inferiore dell’omero e l’estremità superiori di radio e ulna.

L’estremità inferiore dell’omero (nota anche come paletta omerale) è caratterizzata da una zona centrale, rivestita di tessuto cartilagineo, costituita dal capo dell’omero e dalla troclea omerale, che consente all’omero di articolarsi con le altre due ossa coinvolte; sui lati di detta zona sono presenti l’epicondilo (esternamente) e l’epitroclea (internamente); queste sono due prominenze ossee sulle quelli vanno a inserirsi i vari muscoli che consentono i vari movimenti di avambraccio, polso e mano.

Il gomito: anatomia, biomeccanica e patologie.



Il gomito è un complesso articolare di cui fanno parte tre distinte articolazioni, ovvero l’articolazione omero-radiale, l’articolazione omero-ulnare e l’articolazione radio-ulnare. Le parti ossee coinvolte sono l’estremità inferiore dell’omero e l’estremità superiori di radio e ulna.

L’estremità inferiore dell’omero (nota anche come paletta omerale) è caratterizzata da una zona centrale, rivestita di tessuto cartilagineo, costituita dal capo dell’omero e dalla troclea omerale, che consente all’omero di articolarsi con le altre due ossa coinvolte; sui lati di detta zona sono presenti l’epicondilo (esternamente) e l’epitroclea (internamente); queste sono due prominenze ossee sulle quelli vanno a inserirsi i vari muscoli che consentono i vari movimenti di avambraccio, polso e mano.

sabato 29 ottobre 2016

Ecco le malattie professionali dei fisioterapisti.


Magari non ci si pensa, ma anche i fisioterapisti soffrono di disturbi muscolo-scheletrici. Sono lì per curare quelli dei loro pazienti, ma si ammalano a propria volta. A illuminare le patologie di una professione ancora poco indagata è la ricerca “Il rischio da posture incongrue per la spalla: mansioni del fisioterapista e dell’operatore socio-sanitario a confronto”. Lo studio, realizzato dal tecnico della prevenzione Martina Peressoni del Dipartimento di Prevenzione di un’Azienda sanitaria del Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione del Servizio di prevenzione e protezione interno della stessa Azienda e dell’european ergonomist Sonia Marino, è stato costruito mediante la somministrazione di 44 questionari e sopralluoghi in reparto per la valutazione del rischio da posture statiche. Il campione è costituito dal personale di una Residenza sanitaria assistenziale, formato per l’80 per cento da donne.

Contrattura, Stiramento e Strappo Muscolare: ecco le differenze.


Le lesioni del muscolo sono frequenti e si rilevano nel corso di tutte le attività sportive. Le lesioni muscolari si distinguono in:

- contrattura;
- stiramento;
- strappo (di I°, II° e III° grado).

Che cos'è la contrattura muscolare

La contrattura muscolare è una delle lesioni più frequenti e consiste in una contrazione del muscolo superiore alle possibilità della fibra stessa.

Contrattura muscolare: sintomi, cause e terapia.


Le contratture possono essere causate da diversi fattori: attività lavorative più o meno frequenti (es. spostamento di pesi per diverso tempo, falciatura del prato, spalatura della neve ecc.). Anche la gravidanza può provocare contratture muscolari muscolari o addominali per via del peso del bambino e della postura anomala.

Le Proteine: cosa sono, dove le troviamo e fabbisogno.


DEFINIZIONE

Le proteine sono molecole composte da elementi di base chiamati aminoacidi. Esistono, In tutto, 20 tipi di aminoacidi, di cui 8 sono detti "indispensabili" o "essenziali" nella misura in cui il corpo umano non può fabbricarli.

RUOLO

Le proteine sono essenziali per il buon funzionamento dell'organismo, poiché hanno numerosi ruoli e proprietà:

Gli esercizi per la riabilitazione funzionale della spalla.


L’articolazione della spalla è una delle più complesse del nostro corpo: unendo l’omero con scapola e la clavicola, ci permette di coordinare i movimenti del braccio con quelli del busto. All'organizzazione complessiva della struttura contribuiscono poi anche numerosi muscoli e legamenti. Nonostante la complessità, la resistenza e i movimenti precisi che questa articolazione ci permette, la spalla può spesso andare in contro a rotture, lesioni e fratture.

Cuffia dei rotatori: cos'è, perché causa dolore alla spalla e i rimedi per eliminarlo.


La cuffia dei rotatori non è una sola parte anatomica, bensì un complesso formato da muscoli e tendini che si trovano a livello della spalla. Grazie a essa, l’articolazione scapolo-omerale è molto più stabile e sicura. Infatti, i tendini localizzati in tale sede proteggono l’intera articolazione formando quella che a prima vista sembra una cuffia situata sulla testa dell’omero. Potremmo affermare senza problemi che se il braccio è attaccato alla spalla e la fa muovere è soltanto grazie alla presenza della cuffia dei rotatori.

venerdì 28 ottobre 2016

Chi è l'osteopata: normativa e storia.


L'Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento.
Il report 2012 della Osteopathic International Alliance la definisce come un sistema di cura che attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche.

Ecco come richiedere la Tessera Professionale Europea


La tessera professionale europea è una procedura elettronica che puoi utilizzare per ottenere il riconoscimento delle qualifiche professionali all'estero, in un altro paese dell'UE. È più facile e più rapida da gestire rispetto alle tradizionali procedure di riconoscimento, ed è anche più trasparente: puoi seguire l'andamento della tua domanda online e riutilizzare i documenti già caricati per presentare nuove domande in altri paesi.

Chi è il fisioterapista? Ecco di cosa si occupa.


Il Fisioterapista (già terapista della riabilitazione) è un professionista della Sanità in possesso del diploma di Laurea o titolo equipollente, che lavora, sia in collaborazione con il Medico e le altre professioni sanitarie, sia autonomamente, in rapporto con la persona assistita, valutando e trattando le disfunzioni presenti nelle aeree della motricità, delle funzioni corticali superiori e viscerali conseguenti ad eventi patologici, a varia eziologia, congenita o acquisita.

giovedì 27 ottobre 2016

La biomeccanica della caviglia.




Il complesso della caviglia comprende la parte inferiore della gamba e la parte posteriore del piede e forma un legame cinetico, permettendo all'arto inferiore di interagire con il terreno, un requisito fondamentale per deambulazione e altre attività della vita quotidiana. Nonostante il carico dia un'alta compressione e grosse forze di taglio durante il cammino, la struttura ossea e legamentosa della caviglia consente di operare con un elevato grado di stabilità, e rispetto ad altre articolazioni come l'anca o il ginocchio, risulta molto meno soggetta a processi degenerativi come l'osteoartrosi, a meno che non sia associato un trauma precedente. Questo documento metterà in evidenza importanti strutture anatomiche ossee e tessuti molli che formano il complesso della caviglia e sarà ulteriormente evidenziato come la caviglia funzioni in modo articolato durante la deambulazione e come la patologia cambia questi movimenti.

La tendinopatia glutea

La tendinopatia glutea o sindrome del dolore del grande trocantere è una condizione debilitante, caratterizzata da dolore situato intorno al grande trocantere del femore e dalla dolorabilità alla sua palpazione. Anche se tradizionalmente è considerata come borsite trocanterica, alcune tecniche più avanzate di imaging e alcune procedure chirurgiche in persone con dolore laterale all'anca laterale hanno rivelato una patologia primaria inserzionale del muscolo gluteo medio o una tendinopatia del muscolo piccolo gluteo, con una concomitante distensione della borsa sinoviale. La risonanza magnetica (MRI) è molto efficace nel riconoscere una lesione a spessore parziale e totale dei tendini del gluteo medio e piccolo, una calcificazione del tendine o un'atrofia muscolare con componente grassa. Ai fini del presente documento si farà riferimento alla condizione della tendinopatia del muscolo gluteo medio e piccolo, con o senza distensione della borsa, conosciuta appunta con il nome di tendinopatia glutea.

La Magnetoterapia

La magnetoterapia è un tipo di terapia fisica strumentale che genera un campo elettromagnetico, avente diversi effetti benefici per la salute. Prima di elencarli, è utile capire quali sostanze interagiscono con un campo elettromagnetico. Sostanzialmente esistono tre tipologie di interazioni: magnetiche, diamagnetiche, paramagnetiche.

La sostanza magnetica per eccellenza è il ferro. Questo tipo di struttura viene attratta dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo un magnete all'interno di un solenoide utilizzato durante la magnetoterapia, subirà delle modifiche strutturali microscopiche che orienterà le sue molecole nella direzione del campo creato.

La sostanza diamagnetica per eccellenza è l'acqua. Questo tipo di elemento viene respinto dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo il campo magnetico sopra una pozzanghera, l'acqua tenderà ad essere respinta, andando nel verso opposto al campo magnetico.

Ecco i doveri del vostro medico di famiglia.


1) Il medico di base deve essere disponibile tutti i giorni feriali con un orario minimo che varia a seconda del numero dei suoi assistiti. Un'ora se ha fino a 500 pazienti, due se ne ha da 500 a 1000 e tre se ne ha fino a 1500.

2) In alcune città o regioni i medici lavorano anche al sabato.

I Laureati in Chiropratica sono abilitati all'esercizio della professione in Italia.

I Laureati in Chiropratica sono abilitati all'esercizio della professione.
LEGITTIMAZIONE DOTTORATO DI LAUREA IN CHIROPRATICA
La legittimazione dell’esercizio di questa professione è sancito ai più alti livelli, l’Ordinanza n. 149/88 della Corte Costituzionale, ha riconosciuto il legittimo esercizio della professione di CHIROPRATICO ( principio poi seguito dalla Giurisprudenza per le vari medicine alternative/complementari in quanto lo Stato Italiano non richiede alcuna abilitazione per l’esercizio della professione

Osteoporosi: 7 cose da sapere.

Osteoporosi: 7 cose da sapere. 
1. Cos'è 
L'osteoporosi, ovvero "ossa porose" consiste nell'impoverimento della sostanza fondamentale dell'osso e del contenuto minerale di calcio: la malattia si manifesta quando perdiamo troppo tessuto osseo o ne produciamo troppo poco. Se si guarda il tessuto al microscopio, si vede che alcune parti hanno l'aspetto di un nido d'ape, con spazi e fori più grandi rispetto a un osso sano.

Il "grasso": significato, dove si trova e tipologie.

IL TESSUTO ADIPOSO 
Quello che comunemente è definito “grasso”, in anatomia corrisponde a tessuto adiposo, cioè tessuto connettivo costituito per la maggior parte da cellule adipose, specializzate nel contenere e sintetizzare massa grassa, trasformandola in energia per l’organismo.
Il grasso si trova all’interno di una rete di fibre strutturali, principalmente sotto la pelle ma spesso anche in depositi tra i muscoli, nell’intestino, intorno al cuore o ad altri organi interni.
Nella pelle esso si accumula di solito nel livello più profondo, lo strato sottocutaneo, con funzione di isolante termico.

mercoledì 26 ottobre 2016

Ultrasuonoterapia: cos'è, indicazioni e controindicazioni.


L'ultrasuonoterapia è un trattamento terapeutico che si basa sull'effetto biologico degli ultrasuoni su muscoli, tendini, articolazioni e legamenti.
Come funziona l'ultrasuonoterapia? 
Gli ultrasuoni, onde sonore dalla frequenza troppo alta per la soglia uditiva umana, penetrano nei tessuti e svolgono azioni meccaniche, termiche e chimiche: determinano un'accelerazione dei processi metabolici delle cellule, aumentano l'energia termica locale, e stimolano circolazione e tono neuromuscolare e vascolare.

Pressione Arteriosa: ecco i valori di riferimento.


La pressione sanguigna è la misurazione della forza con cui il sangue scorre all’interno del corpo; nel caso di valori elevati diventa una delle principali cause di infarti ed ictus. La massima (sistolica) è quella misurata nel momento in cui cuore si contrae (batte), mentre la minima (diastolica) è quella misurata tra un battito e l’altro, quando cioè il cuore è rilassato.
Moltissimi studi (ad esempio il MRFIT), hanno dimostrato che minori sono i valori di pressione e più basso è il rischio di mortalità.

Osteopatia day: Inaugurazione anno accademico dell'Accademia di Medicina Osteopatica Superiore.


Il 15 Ottobre 2016 alle ore 10.00, presso il Castello Arechi di Salerno, si è svolto l'evento organizzato dall'Accademia di Medicina Osteopatica Superiore, in collaborazione con l'Associazione Nazionale Professionisti Osteopati, per inaugurare il nuovo anno accademico e fare lo stato dell'arte rispetto all'iter parlamentare sul riordino delle professioni sanitarie.

La Mano: Articolazione e Legamenti. (articolo approfondito)

La mano rappresenta la porzione più distale dell'arto superiore. In essa si distinguono il polso, che media la continuità della mano con l'avambraccio, il metacarpo, che ne costituisce la porzione più ampia, e le dita, la cui flessione e opposizione sul metacarpo conferisce alla mano l'abilità prensile, tipica delle scimmie e degli ominidi. La mano dell'uomo comprende cinque dita, comunemente dette:
1. Pollice, dal latino pollex-pollicis
2. Indice, il dito utilizzato durante azioni in cui si indica un oggetto, una persona o una direzione
3. Medio, il dito centrale, posto nel mezzo delle altre dita
4. Anulare, il dito sul quale si porta la fede nuziale
5. Mignolo, il dito più piccolo detto in latino digitus minimus
In ambito scientifico e più prettamente anatomico si preferisce invece numerare le dita, assegnandole così un nome legato alla loro posizione. Si ha così che, in senso latero-mediale, il pollice è considerato primo dito, l'indice secondo dito, il medio terzo dito, l'anulare quarto dito ed il mignolo quinto dito.
La mano contiene 27 ossa:
Il carpo, che compone il polso, comporta 8 ossadisposte in due file, una prossimale ed una distale. 
La fila prossimale comprende: scafoide, semilunare, piramidale e pisiforme.
La fila distale comprende invece: trapezio, trapezoide, capitato e uncinato. 
Il carpo entra in articolazione diretta con l'epifisi distale del radio, osso dell'avambraccio col quale instaura l'articolazione radio-carpale
L'ulna, atro osso dell'avambraccio, non si articola in modo diretto col carpo ma ne è separato mediante un disco articolare detto legamento triangolaredell'articolazione radio-ulnare distale
Il metacarpo comprende 5 ossa lunghe, cave, ricche di midollo osseo
Si articolano prossimalmente con il carpo e distalmente con le falangi
Le falangi, che compongono le dita e comportano14 ossa. In particolare, ciascun dito risulta formato da tre falangi, distinte in falange prossimale o prima falange, che si articola col corrispondenteosso metacarpale, falange media o seconda falange, che si articola con la precedente e falange distale o terza falange o falange ungueale, che porta l'unghia. Fa eccezione il pollice, nel quale sono presenti due sole falangi distinte in una falange prossimale o prima falange del pollice e falange distale o seconda falange o falange ungueale del pollice. 
Si possono aggiungere a queste altre quattro ossa sesamoidi presenti nei tendini del muscolo flessore breve del pollice, del muscolo flessore proprio dell'indice e del muscolo flessore proprio del mignolo.

I complessi movimenti permessi alla mano sono il risultato del succedersi ravvicinato di più articolazioni che si instaurano tra le ossa che la compongono. Si contano nella mano 27 ossa in tutto, divise tra ossa del carpo , del metacarpo e le falangi delle dita. 
In base al segmento della mano considerato si distinguono:
Articolazioni del polso
Articolazioni del carpo
Articolazioni del metacarpo
Articolazioni delle dita
Articolazioni del polso e del carpo
Sezione frontale delle articolazioni del polso e del carpo.Sono sei distinte cavità articolari che, dal polso al metacarpo, si succedono a breve distanza l'una dall'altra.
Articolazione radio-ulnare distale
L'articolazione radio-ulnare distale è un ginglimo laterale che si instaura tra l'incisura ulnatere del radio ed il capitello dell' ulna e permette i movimenti di pronazione e supinazione sia della mano che dell'avambraccio. La porzione distale della cavità articolare dell'articolazione radio-ulnare distale si dispone parallelamente all'articolazione radio-carpale ed è separata da questa dal solo legamento triangolare.
Articolazione radio-carpale
È una articolazione condiloidea che si stabilisce tra le ossa della fila prossimale del carpo, che riunite assieme ne formano il condilo, e la cavità glenoide costituita dalla superficie articolare carpale del radio ed il legamento triangolare. Anteriormente e posteriormante la capsula articolare origina dal contorno della faccia articolare carpale del radio e dal margine anteriore e posteriore del legamento triangolare per inserirsi al margine anteriore e posteriore delle faccette articolari radiali del navicolare, del semilunare e del piramidale. Lateralmente origina dal processo stiloide del radio e si inserisce al margine laterale della faccetta articolare radiale del navicolare. Medialmente origina dal processo stiloide dell'ulna e si inserisce al margine mediale della faccetta articolare radiale del piramidale. Distalmente la cavità articolare si chiude tramite i legamenti interossei che, tendendosi tra i margini delle faccette articolari radiali delle ossa della fila prossimale del carpo, ne fanno un sol corpo e contribuiscono a separare l'articolazione radio-carpale dall'articolazione mediocarpale.
Articolazione piso-piramidale
È un'articolazione artrodia che si stabilisce tra la faccia articolare piso-piramidale del pisiforme e la faccetta articolare piso-piramidale del piramidale. La capsula articolare si tende, dorsalmente al pisiforme, lungo i margini delle due faccette articolari, entrambe di forma circolare.
Articolazione mediocarpale
Sebbene venga definita un'unica articolazione, essa comprende più articolazioni accomunate da un'unica cavità articolare. 
In particolare distinguiamo:
una articolazione mediocarpale propria, che si stabilisce tra la fila prossimale e quella distale delle ossa carpali, trovandosi quindi nel mezzo del carpo. In questa articolazione possiamo individuare una porzione laterale ed una mediale. La prima forma un'articolazione artrodia, costituita dall'articolazione del navicolare con il trapezio e il trapezoide. La seconda forma un'articolazione condiloidea, dove il condilo è formato dell'articolazione del capitato e dell'uncinatomentre la cavità glenoide è costituita dall'articolazione di navicolare, semilunare e piramidale.
le articolazioni intercarpali, delle articolazioni artrodie che si stabiliscono tra le ossa adiacenti di ciascuna delle due file del carpo. Se ne contano cinque, delle quali due nella fila prossimale e tre nella fila distale del carpo, che sono: 
- articolazione scafo-semilunare
- articolazione lunato-piramidale
- articolazione trapezio-trapezoide
- articolazione capitato-trapezoide 
- articolazone capitato-uncinata
Allo stesso modo, nell'articolazione mediocarpale, possiamo individuare più porzioni della capsula articolare:
- una porzione intercarpale prossimale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intercarpali di navicolare, semilunare e piramidale.
- una porzione mediocarpale, che origina dei margini delle faccette articolari mediocarpali di navicolare, semilunare e piramidale e si inserisce ai margini delle faccette articolari mediocarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
- una porzione intercarpale distale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intercarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato.
Articolazione carpo-metacarpale mediale
Similmente all'articolazione mediocarpale, l'articolazione carpo-metacarpale è formata da più articolazioni, tutte artrodie, accomunate da un'unica capsula articolare. In particolare distinguiamo:
- le articolazioni carpo-metacarpali proprie, che si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano.
- le articolazioni intermetacarpali, che si stabiliscono tra le faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
Allo stesso modo possiamo individuare più porzioni della capsula articolare:
una porzione carpo-metacarpale, che origina dai margini delle faccette articolari matacarpali di trapezio, trapezoide, capitato e uncinato e si inserisce ai margini delle faccette articolari carpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
una porzione intermetacarpale, che si tende tra i margini delle faccette articolari intermetacarpali della base delle ultime quattro ossa metacarpali.
Articolazione carpo-metacarpale laterale
A differenza delle articolazioni carpo-metacarpali mediali, è un'articolazione a sella e pertanto possiede una maggiore mobilità. Si instaura tra la faccetta articolare metacarpale laterale del trapezio e la superficie articolare carpale della base del primo osso metacarpale. La capsula si tende tra il margine palmare, dorsale, mediale e laterale delle faccette articolari del trapezio e della base del primo osso metacarpale. Talvolta l'articolazione può essere completata anteriormente dalle due ossa sesamoidee comprese nei tendini del muscolo flessore breve del pollice e del muscolo adduttore del pollice.
Legamenti dell'articolazione del polso e del carpo
Veduta palmare dell'articolazione del polso e del carpo. Veduta dorsale dell'articolazione del polso e del carpo.I legamenti dell'articolazione del polso e del carpo sono tutta una serie di legamenti intinseci che contribuiscono a rinforzare ciascuna delle capsule articolari che si succedono lungo il polso ed il carpo. Fa eccezione la sola articolazione piso-piramidale che non ne possiede.

Legamenti radio-ulnari
I legamenti radio-ulnari sono compresi nell'articolazione radio-ulnare distale. Di rilevanza per l'articolazione del polso è il legamento triangolare, che separa l'ulna dalle ossa del carpo e contribuisce a formare nella porzione mediale la cavità articolare radio-carpale.
Legamento radio-carpale palmare
Origina dal processo stiloide del radio e dal margine anteriore della cavità articolare carpale del radio si inserirsce sulla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato.
Legamento radio-carpale dorsale
Origina dal processo stiloide del radio e dal margine posteriore della cavità articolare carpale del radio e si inserisce sulla superficie dorsale del navicolare, del semilunare e della testa del capitato.
Legamento radio-carpale collaterale
Il legamento collaterale radio-carpale origina dall'apice del processo stiloide del radio si inserisce alla superficie laterale del navicolare sul tubercolo del navicolare. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare radio-carpale.
Legamento ulno-carpale
Origina dal margine anteriore della faccetta articolare della testa dell'ulna, si inserisce prima al margine anteriore del legamento triangolare e da qui si porta alla superficie anteriore del semilunare e della testa del capitato
Legamento ulno-carpale collaterale
Il legamento collaterale ulno-carpale origina dall'apice del processo stiloide dell'ulna e si inserisce con due distinti fasci alla superficie mediale del pisiforme e del piramidale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente lacavità articolare radio-carpale.
Legamenti intercarpali prossimali
I legamenti intercarpali prossimali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione prossimale della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. 
Distinguiamo tre tipi di legamenti intercarpali:
legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine prossimale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare radio-carpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale interosseo scafo-semilunare ed il legamento intercarpale interosseo lunato-piramidale.
legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale palmare scafo-semilunare ed il legamento intercarpale palmare lunato-piramidale.
legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono achiudere posteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano due: il legamento intercarpale dorsale scafo-semilunare ed il legamento intercarpale dorsale lunato-piramidale.

Legamenti mediocarpali
I legamenti intercarpali mediocarpali si stabiliscono tra le ossa della fila prossimale e quelle della fila distale del carpo. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare la porzione mediocarpale della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. 
Distinguiamo due tipi di legamenti mediocarpali:
- legamenti mediocarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale palmare trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale palmare trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale. Questi ultimi tre, il legamento mediocarpale palmare capitato-navicolare, il legamento mediocarpale palmare capitato-semilunare e il legamento mediocarpale palmare uncinato-piramidale si fondono coi fasci più profondi del legamento radio-carpale palmare e del legamento ulno-carpale che li ricoprono.
- legamenti mediocarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari mediocarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano cinque: il legamento mediocarpale dorsale trapezio-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale trapezoido-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-navicolare, il legamento mediocarpale dorsale capitato-semilunare e il legamento mediocarpale dorsale uncinato-piramidale.
- legamento mediocarpale collaterale mediale, che origina dalla superficie mediale dell'osso piramidale e si inserisce alla superficie mediale dell'osso uncinato. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente la cavità articolare mediocarpale.
- legamento mediocarpale collaterale laterale, che dal tubercolo del navicolare si porta alla superficie laterale dell'osso trapezio. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente la cavità articolare mediocarpale.
Legamenti intercarpali distali
I legamenti intercarpali distali si stabiliscono tra le ossa della fila distale del carpo e contribuiscono a rafforzare la porzione distale della capsula articolare dell'articolazione mediocarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intercarpali:
- legamenti intercarpali interossei, che si tendono tra il margine distale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a separare la cavità articolare carpo-metacarpale dalla cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale interosseo trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale interosseo capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale interosseo capitato-uncinato.
- legamenti intercarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale palmare trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale palmare capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale palmare capitato-uncinato.
- legamenti intercarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intercarpali di due ossa carpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare mediocarpale. Se ne contano tre: il legamento intercarpale dorsale trapezio-trapezoideo, il legamento intercarpale dorsale capitato-trapezoideo ed il legamento intercarpale dorsale capitato-uncinato.
Legamenti carpo-metacarpali
I legamenti carpo-metacarpali si stabiliscono tra ciascuna delle ossa metacarpali e le ossa del carpo che con essa si articolano. Questi legamenti contribuiscono a rafforzare anteriormente la capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale. Distinguiamo due tipi di legamenti carpo-metacarpali:
- legamenti carpo-metacarpali palmari, che dal margine palmare della faccetta articolare carpale dell'osso metacarpalle si portano alla superficie palmare delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale palmare del primo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale palmare del secondo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del terzo osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quarto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso capitato e dell'osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale palmare del quinto osso metacarpale origina dalla faccia palmare della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie palmare dell'osso uncinato.
- legamenti carpo-metacarpali dorsali, che dal margine dorsale della faccetta articolare carpale dell'osso metacarpale si portano alla superficie dorsale delle ossa carpali con cui si articola e contribuiscono a chiudere dorsalmente la cavità articolare carpo-metacarpale. Se ne contano cinque, uno per ciascun osso metacarpale. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del primo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del primo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso trapezio. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del secondo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del secondo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso trapezio, del trapezoide e del capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del terzo osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del terzo osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso capitato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quarto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quarto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso capitato e dell'osso uncinato. Il legamento carpo-metacarpale dorsale del quinto osso metacarpale origina dalla faccia dorsale della base del quinto osso metacarpale e si inserisce alla superficie dorsale dell'osso uncinato.
- legamento carpo-metacarpale collaterale mediale, che originando dalla superficie mediale dell'osso uncinato si inserisce alla superficie mediale della base del quinto osso metacarpale. Il legamento contribuisce a chiudere medialmente l'articolazione carpo-metacarpale.
- legamento carpo-metacarpale collaterale laterale, che originando dalla superficie laterale della base del secondo osso metacarpale si inserisce sulla superficie distale dell'osso trapezio. I suoi fasci più prossimali talvolta si fondono con la capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale laterale. Il legamento contribuisce a chiudere lateralmente l'articolazione carpo-metacarpale.
Legamenti intermetacarpali
I legamenti intermetacarpali si stabiliscono tra le basi delle ultime quattro ossa metacarpali e contribuiscono a rafforzare la porzione intermetacarpale della capsula articolare dell'articolazione carpo-metacarpale. Distinguiamo tre tipi di legamenti intermetacarpali:
- legamenti intermetacarpali interossei, che si tendono tra il margine distale delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere distalmente la cavità articolare carpo-metacarpale.
- legamenti intermetacarpali palmari, che si tendono tra il margine palmare delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere anteriormente la cavità articolare carpo-metacarpale.
- legamenti intermetacarpali dorsali, che si tendono tra il margine dorsale delle faccette articolari intermetacarpali della base di due ossa metacarpali adiacenti e contribuiscono a chiudere posteriormante la cavità articolare carpo-metacarpale.
Legamenti piso-uncinato e piso-metacarpale
Dalla superficie distale dell'osso pisiforme originano due legamenti estrinseci:
- legamento piso-uncinato, che dal pisiforme si porta all'uncino dell'osso uncinto.
- legamento piso-metacarpale, che dal pisiforme si porta alla superficie anteriore della base del quinto osso metacarpale.
I due legamenti rappresentano una espansione distale del tendine del muscolo flessore ulnare del carpo, del quale il pisiforme rappresenta un osso sesamoide.
Legamento trasverso delle teste delle ossa metacarpali
Il legamento trasverso delle teste delle ossa metacarpali è un legamento estrinseco nastriforme che, originando dalla superficie palmare della testa del secondo osso metacarpale si porta medialmente inserendosi sulla superficie palmare delle teste delle ultime tre ossa metacarpali.
Legamenti metacarpo-falangei delle ultime quattro dita
I legamenti metacarpo-falangei sono legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare la capsula articolare dell'articolazione metacarpo-falangea delle ultime quattro ossa metacarpali. Per ognuna di esse distinguiamo tre tipi di legamenti metacarpo-falangei:
- legamento metacarpo-falangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie palmare della base della prima falange. Il legamento si presenta insolcato longitudinalmente dal solco tendineo prodotto dal tendine del muscolo flessore profondo delle dita.
- legamento metacarpo-falangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie laterale della base della prima falange.
- legamento metacarpo-falangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa dell'osso metacarpale si inserisce alla superficie mediale della base della prima falange.
Legamenti metacarpo-falangei del primo dito
I legamenti metacarpo-falangei del primo dito sono i legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare la capsula articolare della prima articolazione metacarpo-falangea. Essi sono simili a quelli delle articolazioni metacarpo-falangei delle ultime quattro dita, distinguendosi però per la presenza nella prima articolazione metacarpo falangea di due ossa sesamoidi, dette osso sesamoide mediale o osso sesamoide ulnare ed osso sesamoide laterale o osso sesamoide radiale. Distinguiamo quattro legamenti metacarpo-falangei nel primo dito:
- legamento metacarpo-falangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa del primo osso metacarpale si inserisce alla superficie palmare della base della prima falange del pollice.
- legamento metacarpo-falangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa dell'osso metacarpale si inserisce prima sull'osso sesamoide laterale e poi sulla superficie laterale della base della prima falange.
- legamento metacarpo-falangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa dell'osso metacarpale si inserisce prima sull'osso sesamoide mediale e poi sulla superficie mediale della base della prima falange.
- legamento intersesamoideo, che dalla superficie palmare dell'osso sesamoide mediale si inserisce alla superficie palmare dell'osso sesamoide laterale.
Legamenti delle articolazioni delle dita
Sono legamenti che connettono tra loro le falangi delle dita e sono per questo dette interfalangei.
Legamenti interfalangei
I legamenti interfalangei sono legamenti intrinseci che contribuiscono a rafforzare le capsule articolari delle articolazioni interfalangee. 
Per ognuna delle articolazioni interfalangee, distinguiamo tre tipi di legamenti interfalangee:
- legamento interfalangeo palmare, che dalla superficie palmare della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie palmare della base della falange distale. Il legamento si presenta insolcato longitudinalmente dal solco del tendine del muscolo flessore profondo delle dita.
- legamento interfalangeo collaterale laterale, che dalla superficie laterale della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie laterale della base della falange distale.
- legamento interfalangeo collaterale mediale, che dalla superficie mediale della testa della falange prossimale si inserisce alla superficie mediale della base della falange distale.