giovedì 27 ottobre 2016

La Magnetoterapia

La magnetoterapia è un tipo di terapia fisica strumentale che genera un campo elettromagnetico, avente diversi effetti benefici per la salute. Prima di elencarli, è utile capire quali sostanze interagiscono con un campo elettromagnetico. Sostanzialmente esistono tre tipologie di interazioni: magnetiche, diamagnetiche, paramagnetiche.

La sostanza magnetica per eccellenza è il ferro. Questo tipo di struttura viene attratta dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo un magnete all'interno di un solenoide utilizzato durante la magnetoterapia, subirà delle modifiche strutturali microscopiche che orienterà le sue molecole nella direzione del campo creato.

La sostanza diamagnetica per eccellenza è l'acqua. Questo tipo di elemento viene respinto dal campo magnetico. Ovvero se posizioniamo il campo magnetico sopra una pozzanghera, l'acqua tenderà ad essere respinta, andando nel verso opposto al campo magnetico.

Le sostanze che non reagiscono in nessun modo con il campo elettromagnetico si definiscono paramagnetiche. Queste non vengono nè attratte, nè respinte. Fanno parte di questa categoria numerose particelle presenti in natura.

Rapportando questi concetti al nostro organismo, riconosciamo come sostanza magnetica per eccellenza l'emoglobina (proteina ferrosa che lega l'ossigeno al globulo rosso), come sostanza diamagnetica l'acqua (ma anche eventuali versamenti liquidi presenti in diverse patologie) e come sostanza paramagnetica numerosi ioni che si trovano comunque in un contesto o di sangue o di acqua.

Usando la logica, possiamo capire che un campo magnetico applicato in una zona del nostro corpo porterà principalmente ad un aumento nella zona di sangue ed ossigeno e ad un drenaggio di liquidi. Principalmente le sue indicazioni saranno per situazioni infiammatorie, ematomi, artrosi, traumi diretti e solo in seguito per fratture.

La magnetoterapia infatti non ha nessuno studio scientifico che dimostri la sua efficacia in casi di frattura. Ma seguendo la logica suddetta, è evidente che stimolando l'afflusso di sangue in una zona che è disorganizzata dal punto di vista della circolazione sanguigna, si possa velocizzare la formazione del callo osseo e la riduzione di edemi conseguenti a fratture.

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