venerdì 28 ottobre 2016

Chi è l'osteopata: normativa e storia.


L'Osteopatia è una medicina non convenzionale riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e definita nel 2007 come una medicina basata sul contatto primario manuale nella fase di diagnosi e trattamento.
Il report 2012 della Osteopathic International Alliance la definisce come un sistema di cura che attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche, entrando a pieno titolo nel concetto di cura della salute supportato da conoscenze scientifiche.

L'Osteopatia si basa sul considerare l'essere umano come l'unità di corpo, mente e spirito.
Ogni singola parte del corpo è in grado di interagire con l'insieme attraverso il movimento, cartina al tornasole della qualità della vita e della salute.
Attraverso la sua valutazione (analisi della postura e palpazione) è possibile individuare gli eventuali disturbi su cui intervenire attraverso tecniche manuali in grado di correggere i disequilibri e ripristinare le condizioni fisiologiche del movimento e quindi della salute.
Pur non utilizzando farmaci, rimedi naturali e strumenti medicali o elettromedicali, attraverso la manipolazione dei tessuti, un osteopata è in grado di innescare i processi di autoguarigione di cui è naturalmente dotato l'organismo.
Non interviene nel recupero di mobilità persa in seguito a patologie neurologiche od ortopediche, traumi o interventi chirurgici, e non può quindi essere inserita tra gli interventi riabilitativi: è complementare ad altre professioni sanitarie, come la fisioterapia e la medicina convenzionale.
I disturbi su cui l'osteopatia può agire interessano l'apparato neuro-muscolo-scheletrico, cranio-sacrale e viscerale.
Oltre ad essere un valido contributo e supporto nella cura di molte patologie, l'osteopatia si dimostra efficace anche nelle prevenzione e nel mantenimento dello stato di salute.

STORIA

La disciplina fu fondata in America nel 1874 da Andrew Taylor Still a Kirksville, Missouri, medico di una piccola città di frontiera.
Inventò l'osteopatia per sopperire alla mancanza di mezzi nella cura dei suoi pazienti, convinto, dopo numerosi studi sull'anatomia umana, che molte malattie possono essere curate intervenendo per correggere le malposizioni anatomiche che interferiscono con la circolazione sanguigna e l'attività nervosa.
Il nome stesso della nuova disciplina sintetizza il concetto che l'osso (ostèon) è il punto di partenza delle condizioni patologiche e quindi della sofferenza (pathos).
Sono in particolare due gli anni che segnano l'origine della sua storia: 1874, quando Still enuncia i principi dell'osteopatia, e 1892 quando fonda la prima scuola.
Fu durante la presidenza di Theodore Roosevelt, testimone diretto della valenza curativa dei trattamenti osteopatici, che l'osteopatia fu ufficialmente riconosciuta negli USA.
A partire dall'esperienza americana, con la sempre maggiore diffusione del nuovo approccio nel corso dell'ultimo secolo, la fondazione di scuole e università, la crescente uniformità dei programmi di studio e lo sviluppo della ricerca scientifica, diversi paesi nel mondo hanno inserito la medicina osteopatica nei piani dei sistemi sanitari nazionali (nel 1991 entra di diritto tra i servizi della sanità pubblica degli USA).
In Europa l'osteopatia si diffonde in modo non uniforme a partire dal Regno Unito dove sbarca nel 1911 con la fondazione della British Osteopathic Association.
Nel 1993 la professione viene riconosciuta legalmente ed inserita nel Sistema sanitario nazionale e nel 1998 viene costituito il General Osteopathic Council, organo predisposto alla tutela degli standard formativi, dello sviluppo professionale e della sicurezza dell'utenza.
Il riconoscimento arriva a seguire in Finlandia (1994) e in Belgio (1999). In Francia nel 2004.
Una regolamentazione parziale del settore viene definita in Danimarca, Germania, Svizzera, Lussemburgo e Olanda.
In Spagna e Italia, dove la diffusione dell'osteopatia risale agli anni '80, Governo e Associazioni sono al lavoro da alcuni anni per la definizione di una legge che regolamenti il settore con l'obiettivo di assicurare qualità e sicurezza del servizio offerto.

NORMATIVA IN ITALIA
(al 28 ottobre 2016)

- Il Ministero della Salute non rilascia abilitazione all'esercizio della professione di osteopata (diploma e/o attestato rilasciato da scuole e/o associazioni), risulta essere abilitante solo qualora l'osteopata sia già in possesso di un precedente titolo sanitario abilitate. Diversamente, il titolo professionale è privo di validità.

- L'osteopata con possesso di laurea estera e titolo abilitante sanitario riconosciuto dal Ministero della Salute potrà richiedere inoltre (a differenza del titolo con formazione italiana) il riconoscimento legale del titolo universitario tramite asseverazione giurata presso qualsiasi Tribunale Italiano così da avere validità accademica del titolo universitario estero.

La mancanza di uno status giuridico per l’osteopatia ha per necessità oggettiva richiesto la costituzione di forme associative professionali che si adoperano nell'ottenere non solo un riconoscimento legale dell’osteopatia, ma anche regolamentazione e tutela della professione osteopatica. La mancanza di norme che ne regolino l’esercizio comporta che la stessa figura professionale dell’osteopata non sia tutelata dalla legge, e quindi che sia consentito a chiunque praticarla, a danno degli osteopati ma soprattutto dei pazienti.

- La legge n. 3270 è stata approvata in via definitiva il 19 dicembre 2012: "Disposizioni in materia di professioni non organizzate in ordini e collegi"

- Norma UNI sulla pratica osteopatica del 2013
I compiti, la conoscenza, le abilità e competenze dell'osteopata sarebbero così riconosciute in conformità al Quadro europeo delle qualifiche EQF circa i livelli di apprendimento.

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