lunedì 14 novembre 2016

Il soffocamento: un pericolo sempre in agguato.


Il soffocamento per ostruzione delle vie aeree da un corpo estraneo è una delle cause più frequenti di morte accidentale nei bambini nel primo anno di vita. 
Nel 1963 venne coniato il termine di "caffè coronary" in seguito alla dimostrazione che nove casi su dieci di morte improvvisa non erano attribuiti ad un attacco coronario così come in precedenza si era pensato, ma a bocconi di cibo che avevano ostruito le vie respiratorie. 
Durante il soffocamento, il primo segno evidente nell'adulto, è il portare la mano alla gola comprimendola tra l'indice ed il pollice. Successivamente, così come anche nelle vittime di età inferiore, il resto dei segni è rappresentato dal pallore in un primo momento e dalla colorazione cianotica successivamente, perdita di conoscenza, lesioni cerebrali, danni neurologici e conseguente morte. 

La deglutizione di piccoli oggetti non richiede nessun trattamento speciale. Essa non provoca nessuna conseguenza grave, solo uno stato di mancanza di respiro temporaneo; basta infatti attendere l'evacuazione. 
Nel 1974, un medico americano, il Dott. Henry Heimlich, dimostró che una brusca compressione è in grado di liberare una quantità di aria sufficiente da spingere il corpo estraneo dalle vie aeree. 
Consideriamo questa conclusione nell'ambito della fisica applicata, una diretta conseguenza del principio di Stevino, nota come legge di Pascal. 
A questa compressione fu attribuito il nome di "Manovra di Heimlich", metodo impiegato nei casi più gravi di soffocamento per evitare, appunto, il sopravvenire di lesioni cerebrali e morte che avverrebbero nel giro di quattro/sei minuti, se non si intervenisse immediatamente. 
Anche se non c'è il tempo necessario per permettere l'intervento del personale specializzato, questa manovra è semplice, priva di rischio ed efficace. Sono stati segnalati molti casi di salvataggio. È stata persino impiegata per espellere l'acqua dai polmoni in caso di annegamento. 

Come la si può esercitare?

È bene che avvenga quando il soggetto e in piedi, seduto o supino (posizione da far assumere quando il soccorritore è troppo piccolo o poco robusto). 

Se la persona in pericolo è in piedi o seduta, il pollice e l'indice della mano atteggiata a pugno, vanno appoggiati sull'addome, sopra l'ombelico. Con l'ausilio dell'altra mano e senza avvinghiarsi alla vittima, il soccorritore, che si trova alle spalle, esercita una compressione rapida e decisa sulla parete addominale verso l'alto, più volte, se necessario. 

Se il soggetto da soccorrere è supino, chi esercita la manovra, dopo essersi messo a cavalcioni degli arti inferiori della vittima, appoggia sovrapposte entrambe le palme delle mani poco sopra l'ombelico premendo con un colpo secco sull'addome e verso il diaframma. 

Se il soggetto è in posizione eretta, schiacciando il proprio addome contro il bordo di un tavolo, di una sedia, ecc. Nei bambini più piccoli la tecnica varia. Basta sostituire il pugno con una compressione data dall'indice ed il medio di entrambe le mani, sotto l'appendice xifoidea, sotto lo sterno

È assolutamente errato dare colpi dietro la schiena perché, così facendo, il corpo ostruente, di solito, si incunea ancora di più. In ogni caso, l'espulsione del corpo estraneo avviene di solito improvvisamente e il corpo estraneo stesso, nell'espulsione, può essere lanciato anche a più di un metro di distanza.

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