sabato 5 novembre 2016

Dito a scatto: significato, sintomi, cause e terapia.


Il dito a scatto, anche detto tenosinovite stenosante, è un disturbo in cui una delle dita della mano rimane bloccata in posizione piegata e poi si raddrizza improvvisamente con uno scatto, un po’ come un grilletto.

Se il disturbo è particolarmente grave, il dito può rimanere definitivamente piegato.

Disturbo in molti casi doloroso, il dito a scatto è causato dal restringimento della membrana che circonda il tendine del dito colpito. Chi, per lavoro o per hobby, deve eseguire movimenti di presa ripetuti è maggiormente soggetto al dito a scatto che, tra l’altro, è maggiormente diffuso tra le donne e nei pazienti diabetici.


Cause

Il dito a scatto è causato dal restringimento della membrana che circonda il tendine del dito colpito: i tendini sono cordoni fibrosi che collegano il muscolo all’osso e sono circondati da una membrana protettiva, a sua volta rivestita da una sostanza detta tenosinovia. Questa sostanza rilascia il fluido lubrificante che fa scorrere il tendine senza attriti nella sua membrana, quando pieghiamo e raddrizziamo le dita. Il tendine, quindi, può essere paragonato a una corda che scorre all’interno di un tubo lubrificato.

Se la tenosinovia si infiamma frequentemente o per lunghi periodi, lo spazio all’interno della membrana del tendine si restringe. Il tendine, quindi, non riesce a scorrere nella membrana, e il dito rimane bloccato in posizione piegata prima di raddrizzarsi con uno scatto. Ad ogni scatto, il tendine si irrita e si infiamma sempre più, peggiorando ulteriormente il problema. Se l’infiammazione è prolungata, si possono formare cicatrici, ispessimenti (fibrosi) e gonfiori (noduli).

Sintomi

I segni e i sintomi del dito a scatto possono essere di varia gravità e comprendono:

- rigidità del dito, soprattutto al mattino
- sensazione di schiocco o scatto quando si muove il dito
- dolore o nodulo alla base del dito colpito
- dito bloccato in posizione piegata e che si raddrizza all’improvviso
- dito bloccato in posizione piegata, senza che il paziente riesca a raddrizzarlo

Il dito a scatto colpisce con maggior frequenza la mano dominante e, nella maggior parte dei casi, il pollice, il medio o l’anulare. Possono essere colpite più dita contemporaneamente, anche di entrambe le mani. Lo scatto, di norma, è più pronunciato al mattino, oppure quando si afferra saldamente qualcosa o quando si estende il dito.

Il dito a scatto è un disturbo completamente diverso dalla malattia di Dupuytren, che invece è una sindrome causata dall’ispessimento e dall’accorciamento del tessuto connettivo del palmo della mano. Il dito a scatto, però, può presentarsi contemporaneamente a questa sindrome.

Quando chiamare il medico

Se soffrite di rigidità o scatti all’articolazione di un dito, avvertite il medico, in modo che possa verificare i sintomi e farvi una visita alla mano.

Se l’articolazione del dito è calda ed infiammata,andate immediatamente dal medico, perché i sintomi probabilmente indicano che è in corso un’infezione.

Diagnosi

Probabilmente per prima cosa vi recherete dal medico di famiglia o dal vostro medico di fiducia per capire qual è la causa dei sintomi.

Il medico probabilmente vi rivolgerà molte domande. Se sarete pronti a rispondere, potrete risparmiare tempo per ricapitolare le informazioni per voi più importanti.
La diagnosi di dito a scatto non richiede esami particolarmente approfonditi. Il medico può diagnosticare il disturbo basandosi sull’anamnesi e sulla visita. Durante la visita il medico vi chiederà di aprire e chiudere la mano, controllando in quali zone hanno origine il dolore, la rigidità e il blocco.

In rari casi, il medico può iniettare un anestetico locale per diminuire il dolore durante la visita delle dita e della mano.

Cura e terapia

La terapia del dito a scatto varia a seconda della gravità e della durata del disturbo.

Terapia dei casi più lievi

Se i sintomi sono lievi o poco frequenti, può essere utile ricorrere a queste tecniche:

Steccatura. 
Il medico può steccarvi il dito per tenerlo in posizione estesa fino a sei settimane. La steccatura serve per far riposare l’articolazione e vi impedisce di richiudere il dito a pugno mentre stante dormendo, cosa che potrebbe farvi provare dolore quando lo muovete al mattino.

Esercizio per le dita. 
Il medico potrebbe suggerirvi di svolgere con delicatezza esercizi che conservino la mobilità articolare del dito.

Evitate i movimenti di presa ripetuti.
Per almeno tre, quattro settimane, evitate le attività che comportano movimenti di presa ripetuti, la chiusura delle dita a pugno o l’uso prolungato di macchinari che vibrano.

Terapia dei casi più gravi

Se i sintomi sono più gravi, il medico probabilmente vi consiglierà altri approcci, ad esempio:

Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). 
I farmaci antinfiammatori non steroidei, come l’ibuprofene (Moment®, MomentAct®, Buscofen®, Brufen®, Spidifen®, Spididol®, …) possono alleviare il gonfiore che restringe la membrana del tendine e impedisce al tendine di muoversi. Questi farmaci possono anche alleviare il dolore connesso al dito a scatto.

Steroidi. 
L’iniezione di uno steroide (cortisone) nelle vicinanze o direttamente nella membrana del tendine può essere utile per diminuire l’infiammazione della membrana. Questa terapia è più efficace se somministrata immediatamente dopo la comparsa dei sintomi. Le iniezioni, se necessario, possono essere ripetute, ma potrebbero non essere efficaci come l’iniezione iniziale singola. Le iniezioni di steroidi potrebbero essere meno efficaci nei pazienti che soffrono anche di altre patologie, come l’artrite reumatoide o il diabete.

Release percutaneo. 
In quest’intervento, eseguito in anestesia locale, i medici usano una siringa per riportare alla posizione normale il dito bloccato. L’intervento è più efficace per l’indice, il medio e l’anulare.

Intervento chirurgico. 
Pur essendo meno frequente rispetto alle altre terapie, la tenolisi chirurgica può essere necessaria per situazioni di blocco più problematiche, per le quali le altre terapie si sono dimostrate inefficaci.

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